Questione di tempismo

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La prossima Primavera-Estate torneranno di moda gli anni ’50.

Sarò costretta ad indietreggiare ai ‘40.

Questo articolo ha 12 commenti

  1. mariaprivi

    >Vita segnata, spalle ampie, linee morbide, caviglie scoperte.

    M'infastidiscono tutti quei fiocchi.

    Vedremo come interpreteranno.

    La mia mamma nelle foto di quegli anni era molto chic e molto femminile.

    Ed era il periodo in cui serviva ottimismo per ricostruire.

    Un po' di ottimismo servirebbe anche ora.

    Grazie dell'anticipazione.

    maria

  2. DowntownDoll

    >@maria

    Mi cara, ne servirebbe a palate…

    E magari anche un (altro) New Look

  3. Njord

    >CONDIVIDO L'IDEA!

    Sono sempre stato dell'idea che la moda da molti definita "retrò" sia di maggior gusto rispetto a quella contemporanea, semplicemente per un miglior "criterio logico" nel rendere arte allo stile di vestire e vestirsi…Ovvio, questo non può essere considerato un giudizio critico…

  4. mariaprivi

    >Sono convinta che sorriso e risata abbiano realmente un valore rivoluzionario e pro-positivo.

    Gli intellettuali e gli artisti depressi e piagnuccoloni mi provocano l'orticaria.

    Stessa cosa per la moda che si sovrappone al nostro corpo imbruttendolo.

    Gli stilisti che pensano e vestono un modello di donna anoressica e malata…mi vengono in mente raffinati metodi di tortura degni della Santa Inquisizione per indurli ad un ripensamento definitivo.

    Abbiamo una sola vita da vivere ed un solo corpo con cui viverla, questo corpo sarebbe il caso che lo rispettassimo.

    Ogni volta che mi vesto celebro la festa di me e mi piace offrire agli altri qualcosa di piacevole da guardare.

    In questo non mi lascio condizionare dalle mode della moda, né dalle indicazioni malate degli stilisti.

    "Libera di essere bella", per quanto possibile.

    maria

  5. DowntownDoll

    >Concordo, sempre ottima Maria.

    Vestirsi è il più aspirazionale tra i gesti che compiamo quotidianamente, quasi senza farci caso.

    Oltre che a celebrare noi stessi il nostro corpo e la nostra vita, vestirci ci dà la possibilià di auto-crearci, a nostra immagine e somiglianza.

    Fammi citare la Vivienne Westwood, che dice:

    " Gli abiti dovrebbero essre un'esagerazione di quel che si vuole diventare": lei in esagerazioni è maestra, noi nel nostro piccolo ci proviamo

    :*

  6. Melkor78

    >Non posso che concordare anche io con maria e parlo da uomo che detesta ogni fronzolo, accessorio e colore.

    Non so se ti ci vedo anni '40… una moda che forse è la meno modaiola del secolo, condizionata dalla guerra e dalla povertà. A me piace perché per i miei gusti è molto femminile, chi era bella nei quaranta era veramente bella, magari un po' meno spalline X

  7. mielescarlatto

    >Non sopporto essere alla moda.

  8. anonimo

    >Non necessariamente, ma spesso l'ottimismo è direttamente proporzionale all'entità del conto in banca. Mii, ma quant'è noioso 'sto Valtellini…

    Vi lascio con una citazione: "se non mi suicido prima sono destinato alla felicità".

    Ciao

    Fulcro Valtellini

    Fulcro Valtellini

  9. anonimo

    >La prossima Primavera-Estate "faranno tornare" (non "torneranno") di moda gli anni ’50, è ben diverso.

    La protagonista di "In the mood for love" era vestita anni cinquanta? Se sì, evvivissima gli anni cinquanta!

    Fulcro Valtellini

  10. mariaprivi

    >La moda del periodo bellico e del post bellico sicuramente era condizionata dai problemi economici.

    I "condizionamenti oggettivi" servono a stimolare la creatività.

    Gli anni quaranta ci hanno dato le gonne corte, i colletti, i piccoli decori (un merlettino, un bottoncino) il riciclo delle camicie maschili di seta pre-guerra, le suole di sughero, i pantaloni per le donne (comprese le tute da operaie).

    Non potendo contare su stoffe e artifici costosi si inventarono linee che esaltarono la femminilità con poco.

    Gli anni '50 non erano ricchi, si aveva un po' di più da spendere e molto di più da impegnare in ottimismo. Gli orli si allungarono e poi le gonne si allargarono gioiosamente.

    Quei due decenni celebrarono la donna, il suo corpo nella sua sana proporzione e celebrarono anche la donna moderna, attiva, dinamica, non solo casa e chiesa. Fu il tempo di grandi sarti.

    Concordo con Fulcro Valtellini: che non si esageri con le spalline. Non ci spero.

    mielescarlatto, la moda non dobbimo subirla, ma farla.

    Alle sconsiderate che mi dicono "ma tu non segui la moda" rispondo "sicuro, la faccio", ed è vero.

    😉

    maria

  11. mariaprivi

    >…ovviamente le poverine non sono in grado di rendersene conto.

    Fulcro, il conto in banca sì, ma fino ad un certo punto e quegli anni lo dimostrano…fino ad un certo punto.

    Sicuro è che non bastano i soldi a far l'eleganza, l'originalità, il fascino, d'aiutare aiutano.

    maria

  12. mielescarlatto

    >Era un modo per dire che amo la moda anni '50, da tempi insospettabili, ma dove abito io -provincia- non si trova altro che ciò che va' di moda al momento, ed io faccio fatica a trovare ciò che piace a me. La mia moda appunto. E sapere che ciò che amo e che fatico a trovare sarà ai piedi, fianchi, seni di molte…beh, preferisco aspettare.

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