Dieci errori di etiquette da non fare più

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Le maniere di una persona, nel bene e nel male, si svelano nelle piccole cose. La maleducazione spesso è palese… La buona educazione invece si rivela non tanto nei gesti eclatanti, quanto nelle piccole cose. L’importante è non considerare le buone maniere qualcosa di speciale, da riservare a determinate occasioni: solo la pratica quotidiana ci consente di acquisire naturalezza e spontaneità. 

Ma da dove cominciare?
Ho raccolto dieci errori di etiquette molto frequenti: evitarli comporterà solo un piccolo sforzo… ma garantirà un grande risultato:-).

Mettere il telefono sul tavolo durante i pasti

Pranzare col cellulare sul tavolo è un grande passo falso. Se siamo in compagnia, è davvero scortese, perché dà l’idea di mettere sullo stesso piano i nostri commensali e il nostro fido telefonino…
Ma il discorso vale anche quando siamo soli: certo, in questo caso il cellulare può aiutarci a ingannare l’attesa al ristorante… ma pranzare con il cellulare piazzato accanto al tovagliolo: anche no. Il telefono non solo solo sminuisce l’importanza degli altri commensali, ma distoglie anche l’attenzione dal cibo.

Se anche il Presidente della Repubblica si prende mezz’ora da dedicare esclusivamente al proprio pasto, possono farlo tutti.

Appoggiare le posate sul tavolo durante un boccone e l’altro

Questo è uno degli errori di etiquette che si vede più di frequente, e che si può correggere in modo davvero facile: basta ricordare che una volta sollevate le posate non toccheranno mai più la tovaglia.

Certo, mangiando occorre fare delle pause: ma mai appoggiare forchetta e coltello coi manici sul tavolo. Le posate si appoggiano sul proprio piatto, con i manici che sporgono solo di qualche centimetro dal bordo.

(Se l’argomento ti interessa e vuoi approfondire, scopri il mio workshop Table Manners)

Servire solo se stessi

Dicevamo, più sopra, che l’educazione si svela nell’attenzione agli altri.
A tavola, questo vuol dire versare sempre da bere ai nostri vicini prima che a noi stessi, e offrire sempre agli altri prima di servirci dal piatto comune, o dal cestino del pane.

Gli altri per primi è un buon motto da tenere a mente.

Starnutire nelle mani

Altra cosa facilissima da evitare e che – spero- ormai dovremmo aver imparato tutti: è vietato starnutire nelle mani. Lo so, in molti si sono sentiti dire dalle mamme al primo starnuto o colpo di tosse: metti la mano davanti alla bocca! Ebbene la pandemia in questo (almeno) ci è stata di grande aiuto. Il posto giusto secondo il galateo dove starnutire e tossire è il fazzoletto, che va buttato subito dopo.
Oppure, se proprio la natura coglie di sorpresa, il gomito. Ma non le mani, jamais.

Stare seduti quando si viene presentati a qualcuno

A meno di non avere una gamba rotta, quando si viene presentati a qualcuno ci si alza in piedi. Con questo piccolo e semplice gesto si può stabilire un contatto visivo mettendosi sullo stesso piano, e gettando quindi le basi per un rapporto di reciproca fiducia. Rimanendo seduti durante una presentazione (come i vecchi galatei consentivano di fare, ma solo alle signore) forse ci sentiremo privilegiati… Ma daremo all’altro modo di guardarci… letteralmente dall’alto in basso!

Presentarsi con un ospite in più

Presentarsi a una qualsiasi occasione sociale con un ospite non espressamente invitato è una cosa che proprio non si fa. Se siamo invitati a casa di qualcuno, non sogniamoci nemmeno di chiedere “posso venire con …?”. Il discorso è invece un po’ diverso se si va in un locale pubblico: in questi casi, proporre di introdurre una persona nuova è possibile, semplicemente che il tutto va concordato prima. “Vorrei presentarvi Tizio, posso portarlo al brunch di domani?”, “Grazie per l’invito per oggi pomeriggio, avevo programmato di trascorrerlo con Caia, posso portare anche lei?”.

Dimenticarsi di scrivere un biglietto di ringraziamento

Come sapete io amo scrivere biglietti di ringraziamento, e non solo, a mano. L’arte del ringraziare permette di sondare più di qualunque altra i segreti di una buona educazione sincera e non affettata. Ci sono alcune occasioni, come ad esempio quando si ricevono i regali di matrimonio, che richiedono un biglietto di ringraziamento scritto. Ma io dico: meglio ringraziare comunque che perdere l’occasione di farlo. I moderni mezzi tecnologici permettono di mandare email, vocali, e qualunque altro tipo messaggi di ringraziamento…Quindi se proprio non avete familiarità con carta e penna, ripiegate sul digitale, fermo restando che la discrezione e l’eleganza di un bel biglietto scritto a mano… non hanno prezzo!

Non rispondere agli inviti (specie se c’è l’RSVP)

La sigla RSVP significa letteralmente: respondez, s’il vous plait (si prega di rispondere).
Dunque, se in generale è maleducazione non rispondere a un invito, dimenticare di dare la propria risposta quando compare questa sigla è davvero molto scortese.
Disclaimer: la risposta no è valida, e per niente maleducata, soprattutto quando è tempestiva.
È sufficiente ringraziare per l’invito e, senza dilungarsi in spiegazioni, dire che si è impossibilitati a partecipare.
Invece, non dire nulla per evitare di rispondere no è tremendamente maleducato, perché lascia chi ha fatto l’invito nell’incertezza, e nell’impossibilità eventualmente di “rimpiazzarci” estendendo l’invito a qualcun altro.

Fare conversazioni telefoniche ad alta voce in luoghi pubblici

Stare al telefono in pubblico non è mai il massimo della vita…
Ma le conversazioni telefoniche infarcite di fatti propri (e spesso anche di dettagli intimi) non devono essere inflitte al resto del mondo. Se capita di rispondere al telefono mentre si è in un vagone affollato del treno, la conversazione va limitata allo stretto scambio di informazioni necessarie. Per strada o nei negozi (qui trovate un breve ripasso del galateo dei negozi) vale la pena di cercare un angolo tranquillo, per il nostro e l’altrui bene. Costringendo gli altri – interessati o meno-  ad ascoltare una carrellata di fatti propri è un errore di etiquette da non commettere.

Messaggiare mentre si è al cinema o a teatro

Esattamente come il pranzo insieme a qualcuno, quale questione di Stato sarà mai così urgente da non permettere di dimenticare in borsa lo smartphone per il tempo di un film al cinema o di uno spettacolo a teatro? Nessuna ovviamente, a meno che non vi stiate occupando dei negoziati per la pace nel mondo. Il cellulare va spento in queste occasioni, perché disturba sia gli spettatori che lo svolgimento dello spettacolo. Pensare di messaggiare discretamente è un errore, perché in qualche modo il vostro apparecchio farà luce o rumore: al cinema è “solo” un disturbo per gli altri spettatori, ma agli spettacoli dal vivo è anche una distrazione per chi sta sul palco: assolutamente da evitare!

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