Le profezie di Facebook (e di Google)

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Per scoprire il futuro c’è chi legge l’oroscopo, c’è chi si fa fare le carte: io invece guardo gli Ads che mi appaiono su Facebook (e su Gmail, quando controllo la posta dal browser).

Avevo già notato l’incontrovertibile capacità di questi annunci di leggermi nel pensiero.

Un giorno,  dopo aver pensato “avrei voglia di comprarmi un paio di ballerine” ho notato che sulla colonna destra dello schermo sono cominciate a fioccare pubblicità di: compra adesso le tue scarpe online, scopri le ballerine più cool, la selezione di flats più vasta del web eccetera.

Poi ho fatto caso che gli annunci stavano cominciando ad anticipare i miei pensieri.
Il che mi preoccupava, ma solo fino a un certo punto: anzi, era pure divertente scoprire, ancor prima di sapere di desiderarlo, l’ultimo tappetino svedese per lo yoga.

Ma.

Ricordo distintamente il giorno in cui hanno cominciato ad apparire, tutto d’un tratto, annunci legati a “roba per bebé”di varia specie.

Avendo capito l’andazzo, mi sono subito preoccupata. Ricordo anche, molto chiaramente, di aver condiviso i miei pensieri col marito, che tutto tranquillo, da bravo ingegnere, non ha fatto una piega. “È solo una questione di il logaritmo amore, tranquilla. Probabilmente i tuoi parametri di età, occupazione, eccetera eccetera ti collocano nel cluster di donne a cui vengono fatti visualizzare questi annunci”.

Povero illuso.
Il mese dopo ero incinta.

 

 

 

 

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