Perché piace il Vintage?

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Perché  il vintage continua a piacere tanto?
Era il 2001 quando Julia Roberts, presentandosi agli Oscar con un Valentino d’antan, l’ha fatto diventare un fenomeno mainstream.
E quindici anni, per i parametri della moda, sono tipo un’era geologica.
Eppure eccoci qui, in pieno 2016, e il Vintage è ancora ovunque: non solo sulle passerelle (ciao, Alessandro Michele!), ma anche al cinema, nel beauty, in bagno e in cucina.
Come mai?pantaloni vintagePerché, a mio avviso, il Vintage offre la soluzione a una serie di “limiti” che il fashion system, oggi come oggi, non riesce (o non vuole) superare.  Ecco qualche esempio.

#1. Il vintage offre capi originali, non legati alla moda corrente
Vi è mai capitato di cercare una gonna a ruota l’anno in cui va di moda il plissé?
Oppure, di volere maglia color lampone quando il colore dell’anno è il cipria?
Ecco, son problemi.

In quest’epoca di moda globalizzata, in cui le stesse catene propongono gli stessi abiti, in contemporanea, ai quattro angoli del globo, avere dei capi originali, e spesso unici, come accade nel Vintage, è un plus mica da poco.

#2. I capi vintage sono di ottima fattura
Ovviamente si tratta di una generalizzazione, ma in linea di massima, in passato gli abiti venivano realizzati con molta più cura.
Ottimi tessuti, fattura spesso artigianale, dettagli accurati, decori preziosi: tutte cose che oggi si trovano sempre più raramente (e  a prezzi sempre più alti), una volta erano la norma.
Il motivo è semplice: si trattava di abiti fatti per durare.
Oggi invece, ci siamo abituati a capi scadenti, destinati a una vita effimera come quella del trend che li ha figliati.

collage dettagli

#3. Il vintage ha un ottimo rapporto qualità/prezzo
L’egregio livello qualitativo dei capi Vintage si accompagna spesso a prezzi del tutto ragionevoli.
Qui però devo aprire una parentesi, e sottolineare che il paragone va fatto con capi di fattura analoga.
Si trovano abiti vintage che costano come un capo di Zara: ma non è con Zara che bisogna fare il confronto.
Bisognerebbe raffrontarli ad abiti sartoriali, se non direttamente alla Couture.
E con questo, ho detto tutto.
#4. Il vintage rende più accessibili alcuni brand
Questo aspetto, che per me è abbastanza irrilevante, ha però decretato il successo del vintage presso schiere di fashion victim.

Nel vintage si trovano infatti capi e accessori di numerosi marchi tutt’oggi parecchio desiderabili (penso a Gucci, Yves Saint Laurent, Vuitton e simili) ad un costo decisamente inferiore rispetto alle collezioni correnti.

Per altri marchi (penso soprattutto ad Hermès e Chanel) il vintage è invece una scorciatoia non tanto per i prezzi, che rimangono tutto sommato allineati al nuovo, ma semplicemente perché consente di aggirare le inevitabili waiting-list.

collage tailleurs

#5. Il vintage è green
Un ulteriore elemento che ha contribuito al successo del vintage è il suo essere sostenibile: non che le fashioniste siano in genere una specie troppo attenta all’ecologia (se così fosse, Zara e H&M sarebbero falliti da un pezzo) però diciamolo: dichiarsi green, oggigiorno, è un must, proprio come l’ultima it-bag.Ironie a parte, sicuramente l’essere sostenibile è un grande valore aggiunto per il Vintage in un’epoca in cui sempre più forte si fa l’attenzione alla riduzione degli sprechi.
Ti interessa il vintage e vorresti saperne di più?
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