Il Made in Italy che mi piace

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Spesso, quando si parla di Made in Italy, si pensa ai grandi nomi del lusso.

Ma noi, che in Italia ci viviamo, lo sappiamo benissimo: nella moda esiste anche un Made in Italy meno blasonato (e forse, più concreto).

Tante piccole aziende, che sopravvivono nelle nostre province (lavorando magari per i grandi nomi del fashion) sfornano una produzione propria. Che come qualità è in genere eccellente. Ma che spesso purtroppo manca quel “quid” nel design che oggigiorno è indispensabile a rendere il prodotto appetibile.

[quote text=” Tradinnovazione: interpretazione contemporanea del know-how tradizionale.” float=”right” size=”6″]

È un peccato. Perché così si finisce per farsi tentare da capi di qualità inferiore purché presentati in maniera accattivante (vedi fast-fashion), piuttosto che da tutto il ben di dio che abbiamo a portata di mano.

Stando così le cose, fa tantissimo piacere quando un’azienda Made in Italy, magari di piccole dimensioni, prova (e riesce) a proporre un prodotto giovane, modaiolo il giusto, ma sempre di fattura ottima e dal price point non troppo alto.

Esemplare in questo senso è il caso di Braintropy.
Si tratta di una collezione che nasce dall’interpretazione contemporanea del know how toscano (loro la chiamano tradinnovazione). La loro “it bag” è la Patty Toy, una borsa che è frutto di un’intuizione geniale. Realizzata in pelle e di ottima fattura, la Patty ha una particolarità non da poco: la sua pattina anteriore è infatti intercambiabile, e consente, grazie a una zip nascosta, di cambiare completamente look alla borsa in poche mosse (le combinazioni possibili sono oltre un centinaio).

Una vera e propria gamification dell’accessorio: la rinascita del Made in Italy passa anche da qui.

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