Storia degli Oscar in 10 abiti

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Da novant’anni a questa parte, la Notte degli Oscaroltre che per i film in gara – fa parlare di sè anche per i magnifici abiti indossati dalle star di turno. La sfilata sul red carpet (introdotta solo a metà anni ’60) è diventata con il tempo una parte integrante dello show degli Academy Awards, e un’ambitissima passerella per le creazioni degli stilisti più importanti.
Ma gli abiti indossati dalle Star offrono anche un punto di vista privilegiato per osservare l’evoluzione del gusto e del costume: ecco qui una selezione di 10 abiti che raccontano quasi cento anni di storia.

Mary Pickford, diva del muto, è tra i fondatori della Academy  of Motion Pictures Arts and Science, l’organizzazione che istituisce i premi Oscar a fine anni ’20. In una delle primissime edizioni, quella del 1930,  Mary riceve il premio come migliore attrice. Il red carpet non esiste ancora (nemmeno la tv se è per questo). Mary posa quindi per la foto di rito con un abito in satin color champagne, impreziosito da un fiocco sul petto e da ricami. Una scelta che anticipa già tutti gli elementi-chiave del look da “Divina” adottato da moltissime star della Hollywood anni ’30.
Il taglio della vita ribassato e la linea sbracciata sono invece eredità dello stile in voga negli anni ’20.

Quindici anni dopo, nel 1945, Ingrid Bergman riceve il premio Oscar per la sua interpretazione in Gaslight. Molte cose sono cambiate: la Seconda Guerra Mondiale è ancora in corso, e l’Austerity impone abiti sobri e castigati, proprio come quello nero indossato dall’attrice per la consegna della statuetta. Da notare le spalle squadrate – elemento tipico della moda anni ’40 mutuato dalle divise militari – la gonna a pieghe giusto sotto il ginocchio, e i sandali con listini incrociati.

Passano altri dieci anni ed è il 1954. L’esordiente e sconosciuta Audrey Hepburn vince l’Oscar come migliore attrice protagonista per l’indimenticabile Vacanze Romane. Alla cerimonia, Audrey si presenta con un vestito creato per lei da Hubert de Givenchy, il couturier parigino con cui ha stretto un sodalizio l’anno prima, durante le riprese di Sabrina. L’abito è una summa del look anni ’50: vitino di vespa sottolineato da una cintura, gonna a ruota, scollo a barchetta e un delicato motivo floreale a completare il tutto. E lei è l’incarnazione dello chic.

Di tutt’altro sapore – e perfettamente allineata con lo spirito dissacratorio di quel decennio – è la mise scelta nel 1969 da Barbara Streisand, che riceve la statuetta per Funny Girl. Si tratta di un completo-pantalone ricoperto di paillettes firmato da Arnold Scaasi ed evidentemente “ispirato” allo smoking per lei proposto un paio d’anni prima da Yves Saint Laurent. Leggenda vuole che Barbara non sapesse che, una volta sotto le luci del palco, il tessuto si sarebbe rivelato completamente trasparente. Ci crediamo o no?

Chi meglio di Liza Minnelli, per parlare degli anni ’70? Soprattutto se viene vestita da Halston, lo stilista che poi legherà il suo nome al mitico Studio ’54. Qui però siamo ancora nel 1973, e la disco music non è ancora tornata di moda. Tuttavia, nel completo giallo girasole indossato da Liza alla cerimonia di premiazione ci sono già tutti gli elementi che diventeranno la firma dell’Halston Style: il jersey, i tagli fluidi e lo stile ispirato al glamour della vecchia hollywood.

Sono gli anni ’80 e la trasgressione è all’ordine del giorno. Lei, Cher, sopra le righe lo è sempre stata ma alla cerimonia degli Oscar del 1988 lascia tutti a bocca aperta. L’attrice/cantante riceve la statuetta per Stregata dalla Luna praticamente nuda: avvolta in un velo di tulle, la cui trasparenza è mitigata solo da applicazioni “strategiche” di frange e cristalli. La creazione, passata alla storia clme naked dress è un abito firmato da Bob Mackie, creativo con cui Cher instaura una lunga e fruttuosa collaborazione.

Di segno diametralmente opposto l’interpretazione dell’Oscar gown data da Gwyneth Paltrow, premiata nel 1999 per il dimenticabile Shakespeare in Love. L’attrice sceglie un vestito in taffetà rosa confetto con gonna vaporosa, ispirato agli abiti da ballo degli anni ’50 e firmato da Ralph Lauren. Indossato con un raccolto da ballerina e gioielli discreti, quest’abito è una pietra miliare per lo storytelling di Gwyneth icona del bon ton contemporaneo.

Tempo due anni e nel 2001 tocca a Julia Roberts ricevere l’Oscar per Erin Brockovich. Il millennio è cambiato, e anche la cerimonia degli Oscar sta diventando uno show sempre più mediatico. Comparire con lo stesso abito indossato da un’altra è un rischio da non correre: ecco perchè la bella Julia sceglie un Valentino d’annata, disegnato nel 1992. È questa mossa (all’epoca) inaspettata, ampiamente osannata dai critici e dal pubblico, a far sì che il vintage esca dai ristretti circoli degli appassionati di storia del costume e diventi una tendenza mainstream.

Ancora un abito da principessa. Ancora un abito rosa confetto.
Ma le similitudini con Gwyneth finiscono qui. Perché, a rendere memorabile il Dior by Raf Simons indossato nel 2013 da Jennyfer Laurence è soprattutto la famosa caduta dell’attrice, che è inciampata mentre saliva gli scalini per andare sul palco a ritirare l’Oscar.
Se Jennifer avesse indossato un abito a colonna, l’effetto sarebbe stato pietoso.
Ma cadere sulle scale con una gonna a corolla addosso ha trasformato un momento di possibile (e plausibile) imbarazzo in un momento talmente scenografico da sembrare fatto apposta (vedere qui per credere). Brava Jennifer e chapeau, Raf.

Infine, per chiudere la carrellata ho scelto l’ abito azzurro di Prada indossato nel 2014 da Lupita Nyong’o. Un abito formale ma leggero, romantico ma non sdolcinato, importante ma sobrio. Non so voi, ma io lo trovo semplicemente perfetto, e soprattutto: perfetto per lei.

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