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AMA IL TUO VICINO OVVERO: Quando è Meglio Levare le Tende

 

Da quando mi sono trasferita, uno dei miei primi propositi è stato qello di instaurare degli amichevoli rapporti di vicinato con le persone che mi abitano intorno.

Delle suore, che ho già menzionato (à see and be seen, 21 agosto) non faccio parola. All’inizio, considerato anche il fatto che sono suore in borghese – capelli corti crocifisso al collo ma senza la tonaca- volevo farmele amiche anche perché ho saputo che sono ottime per il recruiting dei filippini.

Ma non posso farmi violenza fino a questo punto: sono una donna, mica una santa!.

 Ho scovato tramite un annuncio un’ adorabile ragazza srilankese, che se fossi un uomo me la sposerei al volo e le suore sono rimaste la mia riserva di intolleranza personale.

Ma tutti gli altri, devo dire, sono proprio carini.

C’è la Rosetta, un’adorabile nonnina immagino facesse la postina per i partigiani nel ’44. Appurerò la prossima volta che la incrocio il sabato mattina: scambiamo due chiacchiere al balcone quando lei sei alza e io sto chiudendo le imposte per andare a dormire.

Poi ci sono gli studenti dall’altra parte del Corso: tre adoloscenti sbarbatelli chiara crisi ormonale: si aggirno in boxer tra cumuli di biancheria, tranne il giovedì, quando li vedo dalla cucina, che si infighettano prima di uscire. La sera che hanno fatto il classico festino universitario, abbiamo pesino brindato con loro – io e un amico-  con le bottiglie in mano da un lato all’altro della strada.

Il tizio con cui condivido il piano invece è misterioso. Sulla cinquatina, sempre col cappello e l’impermeabile potrebbe essere il Poliziotto Buono oppure il Serial Killer. C’è di rado, di solito è di fretta e ha un’aria vagamente circospetta:  questi dettagli mi fanno propendere più per la seconda ipotesi, che comunque trovo molto più interessante della prima.

Un altro con cui ho fatto amicizia è il portinaio, un ragazzo sui trenta che lavora part time,  è amico di tutti, se ne frega di tutto e fuma canne dalla mattina alla sera: ovviamente, lo invidio a morire.

Quello che ancora mi sta dando qualche grana è l’Uomo con la Canottiera della casa di fronte (sopra gli studentelli, a destra). Bazzica sempre in pigiama e canotta, si piazza sul balcone a guardare la gente che passa, di domenica, ma sembra completamente avulso dal mondo.

Potrebbe essere un manager in carriera  licenziato in tronco che sconta i postumi di un esaurimento nervoso. Fatto sta che nonostante io l’abbia incrociato parecchie volte, e mia sempre sbracciata a salutarlo, lui ha sempre ignorato il mio gesto.

A meno che non abbia un glaucoma, deve avermi visto per forza: dimenticata ogni creanza, mi affanno come un marinaio che con le bandiere dice: SALVE! ABITIAMO DI FRONTE.

Immagino che sia troppo depresso, annichilito e isolato anche per alzare una mano e fare un gesto gentile.

Mi sento triste solo a pensarci.

 

 

 

 

Da qualche tempo mi è venuto inmente che mi piacerebbe fare uno striptease coi fiocchi.

Niente smutandamenti selvaggi o attorcigliamenti sul palo, of course: qualcosa di più vicino a più un balletto, alla fine del quale dovrei rimanere con gli slip e (forse) il reggiseno. Una cosa elegante, ovviamente in stile anni ’50, sulla  base di Coin Operated Boy dei Dresden Dolls.

Ho deciso di cercare un corso, ma le due opzioni “valide” ch sono riuscita a trovare mi hanno lasciata quantomeno dubbiosa.

La prima è uno stripper/poledancer professionista, australiano e secondo me pure ossigenato, che mi darebbe lezioni domicilio. Ma l’idea di portarmi in casa l’undicesimo California Dream Man mi lascia un po’ interedetta, e oltreutto il parruccone biondo mi fa presagire tragiche cadute di stile.

La seconda alternativa sarebbe l’Hard Academy, una scuola che –giuro esiste davvero -una specie di accademia del porno, con corsi che comprendono posa fotografica, educazione sessuale e per l’appunto, anche lo strip tease. Ho mandato una mail carina, spiegando la situazione e chiedendo se era possibile frequentare esclusivamente le lezioni di strip tease.

Per ora, nessuna risposta.

Siccome però non demordo, nel frattempo ho rispolverato i cd di Tchaikovsky, le mie velleità da ballerina mancata (e non di poco!) e di sera mi esercito nel salone, improvvisando balletti più o meno discinti, ed esamino il mio riflesso nei vetri della porta-finestra.

Una di queste sere mi dedicavo appunto alle mie prove quotidiane, lanciatissima sulle note della Danza della Fata Confetto.

Tlin tilin tilin –via i guanti  (una precisazione: anche se sono in slip e canotta non mancano mai guanti e veletta nel mio show) tun tun tun- voilà il cappello…E via dicendo.

A un certo punto, mentre rapita dalle note tentavo l’impossibile piroetta sulla punta, ho visto l’Uomo in Canottiera che guardava.

Allora, mi sono fermata e l’ho salutato.

Finalmente ha risposto!

Questo articolo ha 6 commenti

  1. Taniwha

    >ma pensa sta povera gente con te come vicina…

  2. DowntownDoll

    >ma scusa non vorresti avere tu la vicina che ti fa gli spogliarelli alla finestra?:P

  3. Fhenice

    >Io ho la vicina di fronte che gira nuda per casa e prende (prendeva con la bella stagione) il sole nuda. L ho vista persino montata da due uomini in cucina. Bella li. Mi son sempre chiesto se sta aspettando che vada a suonarle il campanello per trombarla oppure semplicemente se ne sbatte e non ha voglia di comprare le tende.

    Cmq non è una cosa bella fare gli spogliarelli in faccia ai ragazzi ormonati e poi non dargliela. ^_^

  4. DowntownDoll

    >Preciso che gli studentelli non mi vedono perchè più in basso rispetto a me. Oltretutto hanno visuale solo sulla mia cucina…

  5. Fhenice

    >Ah ma è una moda sta cosa della cucina? 🙂

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