Simbologia delle chiome femminili

Simbologia chiome femminili

Argomenti del post

Il linguaggio delle chiome femminili è uno dei più profondi e stratificati. Ragion per cui il rapporto con i nostri capelli è strettamente connesso alla nostra essenza. Basti pensare che la voglia di cambiamento nella vita passa spesso e volentieri attraverso un nuovo hair style, che suona come una dichiarazione d’intenti per dire chi siamo e chi non vogliamo più essere. Qui ci soffermiamo ad approfondire la simbologia delle acconciature. Dall’estetica al ruolo sociale, dal romanticismo alla ribellione.

Simbologia chiome femminili.

Il valore simbolico delle chiome femminili

In primis, i capelli sono uno degli ultimi residui della pelliccia umana. E di conseguenza conservano un fascino primordiale, quasi animalesco. Per secoli, la chioma è stata l’unico “pelo” che una donna poteva mostrare con orgoglio. Lungo, lucente, curato: il capello non era solo una questione di bellezza, ma un segnale biologico. I capelli lunghi, grazie agli estrogeni, sono stati associati alla fertilità, alla giovinezza, alla salute e allo status. E poiché si trovano sulla parte più visibile del corpo – la testa – sono diventati il punto focale del grooming femminile e della costruzione dell’identità.

Sopra la testa, sotto lo sguardo

In tutte le culture, ciò che si trova sopra la testa ha una funzione di riconoscimento sociale. Corone, veli, cappelli, copricapi religiosi: ciò che indossiamo sul capo serve a comunicare chi siamo, a che gruppo apparteniamo, quale ruolo ricopriamo nel mondo. Anche le chiome femminili ricalcano questa retorica nell’indicare l’età, lo stato civile, la condizione sociale. Una bambina con i capelli sciolti, una donna sposata con lo chignon, una vedova col capo coperto: sono segnali non verbali, ma chiarissimi. La capigliatura, dunque, non è mai solo individuale, ma parla per la collettività, per l’epoca e per la cultura in cui è immersa.

Copricapi nella simbologia delle chiome femminili.

Il côté romantico

Ma la chioma femminile è anche segno di sensualità, tra sacro e profano. Pensiamo a Maria Maddalena, rappresentata nell’iconografica cristiana con lunghi capelli sciolti a simboleggiare la donna peccatrice ma anche tutta la sua umanità. Non a caso in molte culture patriarcali le donne devono coprire i capelli, considerati troppo carichi di eros per essere mostrati pubblicamente. Infatti, nella storia della letteratura – da Petrarca al romanticismo – l’acconciatura, specialmente bionda e ramata, diventa emblema di desiderio, attrazione, seduzione. Tant’è che da sempre le donne si sono adoperate per supplire eventuali mancanze di capelli con parrucche, posticci, extension e trucchi per gonfiare e rendere più voluminosa la capigliatura sin dall’antico Egitto.

Un segnale di rottura

Al contrario, tagliare i capelli ha storicamente significato rinuncia, punizione o dolore. Le monache lo facevano per allontanarsi dalla vanità, le prigioniere nelle carceri per motivi igienici o repressivi. Tutto cambia negli anni ’20 del Novecento, quando le flapper adottano tagli corti e decisi. È uno choc culturale: la donna rinuncia al suo asset di bellezza principale per rivendicare la propria libertà. Da allora, ogni movimento controculturale, dai Teddy boys ai punk, ha reinventato la capigliatura con rasature, colori eccentrici, stili “innaturali” come atto di ribellione consapevole.

Se ti interessa il galateo e vuoi approfondire contenuti come questo, ti aspetto ne La Classe, il programma  formazione continua di Italian Etiquette Society.

Il taglio corto nella simbologia delle chiome femminili.
Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp
Threads

Lascia un commento