Viva la sfiga

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Io capisco benissimo i poveri giornalisti di moda, obbligati, in nome delle pageviews e del refresh della home, a sfornare mille trend a settimana basandosi beh, si, sul nulla.

Comprendo anche che si è sempre alla ricerca del titolo cathcy, quello che fa notare il tuo pezzo e (si spera) alzare il tasso di click-through.

Però poi arriva il giorno che un amico ti segnala – accompagnato da una sghignazzata virtuale –  un servizio di Vanityfair.it che si intitola “Sfigata è Cool“.

Ora, ci siamo accorti tutti che le geek c’est chic mainstream, come prova l’invasione di beanies (perché chiamarlo berretto di lana fa subito last season) che fiorisce negli avatar di Facebook dal 2 settembre a questa parte (con buona pace del termometro, ancora sopra i 15C°).

Ma è difficile pensare che un look del genere possa donare a qualcuno, a meno di chiamarsi Cara Delevingne (e sono convinta che pure lei starbbe meglio con un’altra mise).

E quindi mi viene da chiedermi: ma perché? Perché mai la gente dovrebbe imbruttirsi delibratamente? I neuroni cosa sono, un optional?

Senza contare che, naturalmente, per essere una “sfigata cool”, come quelle che si vedono sulle riviste,  devi avere al massimo 25 anni, essere alta minimo 1.78, portare una 38/4o, avere una pelle immacolata e denti perfettamente dritti dietro all’eventuale apparecchio.

Altrimenti sei una sfigata vera, e dubito che questo sarà mai considerato cool.

 

sfigate2

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