Il galateo ai tempi di Bridgerton (e di Jane Austen)

Argomenti del post

Il grande successo di Bridgerton, la serie Netflix ispirata alla vita dell’alta società in Inghilterra a inizio 800, ha fatto tornare di moda l’eposa Regency. Si tratta dello stesso periodo che fa da sfondo ai romanzi di Jane Austen, che però – rispetto alla serie tv – raccontano un contesto ben diverso.

Quello che a me sembra sfuggire al grande pubblico è che Bridgerton è un fenomeno di intrattenimento pop che deve il suo successo a contenuti che fanno leva su ciò che ha maggiormente successo a livello popolare, ma che non ha NIENTE a che vedere con la verità storica, anzi.
GIà nella prima stagione si era discusso di molti evidenti anacronismi (su tutti l’impiego di attori di colore, che rispecchia certamente la realtà attuale, ma molto meno quella dell’800, ma anche altri numerosi dettagli). Per limitarmi al mio piccolo campo d’azione, vorrei sottolineare che Bridgerton è una serie completamente surreale per quanto riguarda usi, costumi ed etichetta dell’epoca. Con buona pace di tutte le signore che sognano sospirando un duca, e sostengono di essere nate nell’epoca sbagliata: attenzione, essere una donna, nell’Inghilterra di inizio ‘800, non era tutto rose e fiori!

Francamente lasciatemi esprimere la mia perplessità su questi programmi che trasformano il passato (il Regency tra l’altro è un momento storico a cui la cultura inglese deve molto) in una carnevalata, dove ambientazioni, abbigliamento e attività sono assolutamente inverosimili e MOLTO grottesche.

(Parlo di Bridgerton ma gli esempi sarebbero molti. Ultimamente qualcosa di simile era successo con la serie TV sull’Imperatrice Elisabetta, ovvero Sissi, andata in onda quest’inverno).

E dopo avervi raccontato come la penso, per fare un po’ di chiarezza vediamo effettivamente quali erano i capisaldi dell’etichetta nell’Inghilterra di inizio 800 e se volete saperne di più vi invito a leggere i meravigliosi romanzi di Jane Austen, invece di abbruttirsi davanti alla tv.

La condizione femminile

La libertà di una donna in epoca regency erano assai ristrette: in sostanza una donna da sola non poteva fare niente, nemmeno stare sola in una stanza.

La principale occupazione delle giovani era imparare ad essere virtuose, attitudine espressa nei comportamenti e nel portamento, con gentilezza di spirito e modi affabili.
Ricamo, lettura, musica, ballo, disegno, canto e cura del proprio guardaroba erano le uniche attività ammesse per una ragazza, oltre all’andare in chiesa.
Ridicolo anche solo pensare che qualcuna di loro potesse sgattaoilare fuori a tarda sera per dare alle stampe il bollettino di Whistledown.

Le donne delle classi superiori non potevano avere una professione, dunque l’unica cosa che veniva loro richiesto era sposarsi nel migliore modo possibile. Compilare bene il carnet di ballo era come aggiornare il profilo Linkedin, diversamente la pena era fare affidamento sulla carità dei parenti maschi per l’eternità.

Manifestare in modo eccessivo le proprie emozioni era vietato (ad eccezione dello svenimento, concesso e indice di “sensibilità” ma solo – ovviamente – al femminile).
Le signore non dovevano mai esporre il fianco a possibili pettegolezzi. Era necessario avere sempre una condotta ineccepibile, perché essere bollate come “poco serie” era il peggior stigma sociale.
Grazia, docilità e modestia erano le caratteristiche più desiderate in una giovane donna: intelligenza troppo pronta, spirito critico o testardaggine erano invece considerati pericolosi difetti.
Una volta maritate, le signore dovevano armarsi di grande spirito di sopportazione: il loro ruolo era limitato alla direzione della casa, all’accudimento dei figli (i quali comunque nelle classi agiate venivano allevati da bambinaie e istitutrici) e alla vita sociale. Altri interessi – che non fossero il giardinaggio o altre arti specificatamente femminili- erano apertamente scoraggiati, ed era d’obbligo ignorare eventuali attività indecorose del marito, così come era normale non essere al corrente dei suoi affari.

Le presentazioni e le visite

La vita sociale in epoca regency ruotava attorno a visite, incontri, ma soprattutto agli svaghi della vita mondana offerti dalla stagione londinese. Ma come fare nuove conoscenze?

Autopresentarsi era fuori discussione, in particolar modo per una donna.
Occorreva sempre avere una conoscenza in comune che per poter essere presentati formalmente da qualcun altro. Quando le donne incontravano un gentiluomo, facevano un primo saluto con un cenno del capo e a seguire un inchino. A proposito di inchini: era usanza salutarsi con un inchino ogni volta che ci si incontrava, ripetendo l’operazione per accomiatarsi.

Le visite, ad esempio quelle dei pretendenti che le protagoniste di Bridgerton attendo con ansia, non superavano la mezz’ora e anche se si chiamavano “morning call” si svolgevano al pomeriggio (sfido qualunque debuttante ad essere presentabile per i corteggiatori di prima mattina dopo aver danzato tutta la notte).

A Londra era permesso fare una morning call a propri pari o a persone di rango inferiore, non a persone di rango superiore: toccava a questi ultimi infatti fare la visita per primi per poi avviare una frequentazione sociale.

Quando un signore si recava in visita presso una famiglia, chiedeva della padrona di casa se la visita era di carattere sociale, del padrone di casa invece se doveva discutere di affari.
Le visite venivano ricevute dagli uomini nello studio o in biblioteca, dalle donne in salotto o nella stanza del mattino.

I balli

I balli erano un evento sociale fondamentale per le debuttanti in società in cerca di marito. Infatti il tempo della danza era praticamente l’unico in cui i giovani avessero la possibilità di parlare da soli e conoscersi un po’.

All’inizio e alla fine del ballo le coppie si salutavano con un inchino e non veniva considerato opportuno per una fanciulla danzare per più di due volte di seguito con lo stesso partner durante la stessa serata.

Un gentiluomo e una signora potevano ballare insieme solo se erano già stati precedentemente presentati da una conoscenza comune.  E, per quanto noioso o sgradevole fosse il conoscente, rifiutare di concedere un ballo era del tutto inappropriato.

Insomma, penso di aver chiarito le differenze sostanziali tra ciò che vediamo in Bridgerton e ciò che era la realtà dell’epoca…

Se ti interessa il galateo, è uscito il mio libro “Bon Ton Pop”

Se ti piacciono i miei contenuti, seguimi anche su Instagram @elisa_motterle

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.