Quando Bihor è meglio di Dior

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Avete mai sentito parlare di Bihor?
Probabilmente no.
E di Dior?
Scommetto di si.

Bihor è una regione nel nord-ovest della Romania. Dior è invece una delle più blasonate Maison francesi, oggi parte del gruppo LVMH. Ma cos’ hanno in comune – a parte una curiosa assonanza –  queste due realtà? La risposta è in un semplice gilet: un gilet che Dior ha proposto in una recente collezione, e che – a ben guardare- sembra proprio la copia esatta del costume tradizionale della regione di Bihor.

Dior-Bihor

Ovviamente, il tema dell’appropriazione culturale non è nuovo nel mondo della moda.
In particolare, in questi anni in cui fa tendenza lo stile gypsy/boho/etnico, tantissimi uffici stile si sono ispirati (per non dire che hanno copiato a mani basse) agli abiti tradizionali di varie parti del mondo.

Diversi sono stati i casi che di recente hanno fatto scalpore. Per citare solo i più famosi ricordiamo il polverone alzato dal copricapo dei Nativi Americani indossato da Karlie Kloss durante una sfilata di Victoria’s Secret, la (per altro splendida) collezione a tema Africa di Valentino, i famosi rasta portati in passerella da Marc Jacobs e l’estetica Chola (tipica cioé degli immigrati messicani) riproposta invece da Givenchy.
fashion cultural appropriation

In questi, e in molti altri casi si è aperto un dibattito infuocato. Dov’è il confine tra “omaggio” e “appropriazione indebita”? Dove finisce l’ispirazione e dove comincia il plagio? Si può davvero parlare di colonialismo culturale? Una risposta univoca non esiste, naturalmente.

E mentre la discussione rimane aperta e – soprattutto oltreoceano –  si fa sempre più animata, la comunità di Bihor ha deciso di non subire passivamente questa “appropriazione indebita” e si è rimboccata le maniche.

Bihor Haute Culture
Il frutto del loro lavoro lo potete vedere qui: un paio di mesi fa  è andato online il sito Bihor Couture. Una geniale provocazione, nata dalla collaborazione con la rivista Beau Monde, per rivendicare con orgoglio la paternità di lavorazioni tradizionali che si tramandano da secoli.

Ma anche una risposta intelligente a un problema autentico.

Perché sul sito è attivo un ecommerce dedicato alle tipiche creazioni della regione di Bihor, tra cui spicca ovviamente il famoso gilet (che qui, tra l’altro costa poche centinaia di euro, invece dei 30.ooo Euro del cartellino di Dior). Mentre il ricavato delle vendite va ad arricchire la comunità di Bihor, e non gli azionisti di una multinazionale francese.

Ecco il video che presenta i designer di Bihor Couture. Enjoy 😉

Ed ecco anche le altre immagini della campagna

bihor-couture2

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