Business Style: 5 regole del Power Dressing

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Coltivi segreti sogni di gloria ma ti scambiano sempre per la tua assistente? Conosco tante persone che sono talmente convinte di avere cose più importanti a cui pensare da ostentare un cronico aspetto dimesso. Ecco, non c’è niente di più sbagliato. La sostanza è certamente fondamentale, ma è anche vero che (soprattutto in ambito professionale) ciò che mostriamo all’esterno dice molto di noi, della nostra personalità e di come ci approcciamo al mondo. Un “involucro” curato trasmette padronanza della situazione e consapevolezza delle proprie capacità. Un look trasandato, invece, manda segnali diametralmente opposti come: insicurezza, scarso amor proprio e difficoltà nel gestire il tempo. Ecco dunque tutto quello che dovete sapere per un perfetto Business Style: 5 regole del Power Dressing.

Business Style: 5 regole del Power Dressing

Power Dressing: cosa significa e le icone di stile

Coco Chanel diceva “Vestiti male e noteranno il vestito; vestiti impeccabilmente e noteranno la donna”. Non è un caso se proprio lei sia stata la prima a liberare le donne dall’etichetta di sottomissione e marginalità imposta da una società prettamente patriarcale. Come ha fatto? Attraverso i vestiti, ovviamente. Semplice, elegante, impeccabile: tutti i fronzoli vengono messi da parte per far emergere la personalità.

Con questi presupposti nel 1975 viene pubblicato “Dress for Success”, il libro dello scrittore americano John Y. Molloy, che darà vita al concetto del Power Dressing. Nel testo l’autore parla alle donne che fanno fatica a conquistare il proprio spazio in una società dove i ruoli di potere sono ricoperti da soli uomini. L’abbigliamento è individuato come leva per scardinare il sistema

Business Style: 5 regole del Power Dressing

A far fiorire questa intuizione sono stilisti come Giorgio Armani e Ralph Lauren, ma soprattutto personaggi di spicco del mondo politico. Prime fra tutte Margaret Thatcher e la Regina Elisabetta che fanno del loro guardaroba un vero e proprio manifesto. Qualche esempio? I tailleur sartoriali con gonna, filo di perle e camicette con fiocco indossati quotidianamente dalla lady di ferro. Un look caratteristico e riconoscibile dove anche le cromie scelte hanno un significato: viene infatti preferito il blu, ovvero il colore del Partito conservatore britannico.

Business Style: 5 regole del Power Dressing

La stessa sfida sarà colta dal mondo dello spettacolo tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80 con icone di stile come Joan Collins e film cult come “Una donna in carriera”, dove l’assistente interpretata da Melanie Griffith riesce a occupare il posto dell’algida capoufficio impossessandosi del suo stesso guardaroba.

Oggi, vedere una donna al potere è diventato più usuale, sono cambiati i trend e i gusti ma il concetto non cambia. Se vuoi avere credibilità in ambito business oltre che un’impeccabile etiquette, devi conoscere i segreti del Power Dressing.

Come si veste una business woman? Le 5 regole del Power Dressing

Fino agli anni ’90 power dressing significava vestirsi come un uomo, quindi prediligere un look androgino con elementi caratteristici del guardaroba maschile. Oggi il concetto si è evoluto e vogliamo tutte essere autorevoli senza però perdere in femminilità. Il segreto principale dello stile di una business woman è fare in modo che ciò che indossiamo ci faccia sentire a nostro agio e “potenti” anche in circostanze che potrebbero intimidirci.

Business Style: 5 regole del Power Dressing

Ovviamente i contesti lavorativi sono estremamente variegati e ogni luogo richiede il proprio dress code. Ma ci sono alcune regole generali di Power Dressing che possono tornarci utili per costruire il nostro personale capsule wardrobe.

  1. Scegli capi strutturati: più il capo è costruito più esso veicola un’immagine autorevole. In particolare è importante la spalla ben disegnata, come nelle giacche maschili. Attenzione: le maniche raglan, più morbide, sono meno efficaci del giromanica classico.
  2. Attenzione al fit: niente come capi che cadono male o ancora peggio che stringono. In questo modo daremo un’immagine poco curata. Il fit deve essere perfetto, ancora meglio se decidiamo di investire in realizzazioni su misura per i pezzi forti del look.
  3. Occhio agli accessori: per veicolare un’immagine autorevole la borsa deve essere strutturata, le scarpe non necessariamente a tacco alto, anche se aiuta. Da evitare tutti gli elementi “romantici” come punte rotonde, cinturini maryjane, fiocchetti e simili.
  4. Scegli forti contrasti di colore: i look monocromatici tendono a veicolare un’immagine più morbida. Per trasmettere potere punta ad abbinamenti con tinte a contrasto come ad esempio giacca blu e camicia bianca: la divisa formale per eccellenza.
  5. Gioielli sì ma no alla frivolezza: da evitare orecchini pendenti, collane tintinnanti e bracciali. Meglio prediligere gioielli più essenziali come gli orecchini a lobo. Per dare carattere anche agli outfit più lineari sì a spille importanti. 

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Questo articolo ha 10 commenti

  1. Marina

    Grazie per i consigli.
    Ho trovato però poco gradevole il titolo dell’articolo : le assistenti si vestono male ? Non hanno un reddito che consente loro di avere un guardaroba di livello?

  2. Emanuela

    Bellissimo ed interessante ogni dettaglio da te specificato !

    1. Elisa

      Sono felice di essere stata utile <3

  3. Marina

    Articolo bellissimo, complimenti Elisa.

    1. Elisa

      grazie Marina <3

  4. Claudia

    Bello e molto utile come sempre. Grazie Elisa

    1. Elisa

      grazie Claudia!

  5. Chiara

    Molto interessante il fatto di evitare i dettagli “romantici”: ecco il mio primo errore! Grazie Elisa

  6. Nicoletta

    Articolo molto interessante. Mi chiedo sempre se il power dressing richieda sempre la giacca che trovo molto legata all’immaginario anni ottanta/novanta della power woman vestita “al maschile”.

  7. Giusy Zuccarotto

    Impeccabili i suggerimenti di Elisa, sottintendono una grande preparazione. Utilissime tutte le informazioni, necessarie per contemplare il proprio stile e la comunicazione generale.

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