Rock on Marie Antoinette

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Debutta il 17 Novembre nelle sale italiane Marie Antoinette, ultima fatica di Sofia Coppola: due anni dopo l’acclamato Lost in Translation, che le valse un Oscar per la sceneggiatura, la regista figlia d’arte cambia decisamente registro e tono.

 

Dopo due storie assolutamente contemporanee – il primo lavoro era stato Le Vergini Suicide, basato sul romanzo di Geoffrey Eugenides- Coppola debutta ora nel film in costume.

Ma il taglio, fin dai titoli di testa, appare del tutto contemporaneo: sulle note rock degli Air s’intravede una regina che sembra uscita da uno scatto di LaChapelle, intenta tuffare un dito nella mousse di Ladurèe mentre una cameriera le infila preziose babbucce.

 

È solo un accenno, tuttavia, che dura il tempo di una canzone. Le prime scene del film ci portano alla realtà dell’epoca: un silenzioso XVIII secolo, dove ci sono crinoline, matrimoni combinati ed estenuanti viaggi in carrozza: Marie Antoinette lascia la casa materna per andare sposa all’erede del trono di Francia.

 

L’arrivo alla corte di Versailles, dopo infiniti chilometri ed estenuanti cerimonie, segna l’inizio di una nuova vita: e lo splendore della reggia non smette di riempire gli occhi per tutto il resto del film.

 

La deliziosa Kirtsen Dunst, perfettamente a suo agio nei panni della teen queen che mette a soqquadro Versailles, sembra aver molto a spartire con le sue odierne simili, assillate da ansie esistenziali che un nuovo paio di scarpe sono in grado di placare.

 

Nella magnifica cornice della reggia – nella quale sono state girate su concessione speciale alcune scene- è tutto un susseguirsi di balli, banchetti e festini più o meno equivoci. Una menzione speciale la meritano senza dubbio i costumi, curati da Milena Canonero che nella loro palette rococò hanno già stuzzicato qualche stilista. Ma c’è anche tutto il resto: le scenografie splendide ed eccessive, le meticolosa messinscena dei banchetti e pure la ricostruzione dei cerimoniali più ridicoli, mentre lo shopping si fa in salotto, scegliendo parrucche e tagli di stoffa. Solo un paio di All Star rosa, che si intravedono in una sequenza, ci suggeriscono un parallelo contemporaneo.

 

Il ritmo del film tuttavia incalza: i mille intrighi di corte tra cui Marie Antoinette si deve destreggiare si intermezzano a squarci di vita quotidiana condivisa con l’impacciato consorte, interpretato da un irresistibile Jason Schwartzman, e a rari momenti d’intimità affettiva.

 

D’un tratto, però, accade quello che tutti noi sappiamo: la rivoluzione è alle porte e Versailles viene assediata. Il palco si smonta: la corte si disperde alla spicciolata. E nel momento del pericolo la regina sa mostrare coraggio: sa qual è il suo posto, e come ci racconta la storia si rifiuta di lasciare la reggia senza il suo sposo reale.

 

Il seguito, lo conosciamo tutti benissimo, anche se la pellicola non ce lo fa vedere: la famiglia reale viene intercettata ad Varennes,  incarcerata, ed i sovrani in seguito vengono giustiziati.

 

Tutto questo Marie Antoinette -quando lascia Versailles- ovviamente lo ignora, ma comprende tuttavia chiaramente che il sogno è finito: è ora di svegliarsi e alzare la testa.

Rock ‘on Marie Antoinette!

Questo articolo ha 9 commenti

  1. Magosilvan

    >Ammetterai che alzare la testa le srebbe risultato davvero complicato. Credo che sia un ottimo film, comunque. Sofia ha idee, che è quel che conta.

  2. DowntownDoll

    >Penso che alzare la testa sia proprio l'immagine giusta;)

  3. Magosilvan

    >E allora tanto vale chiudere con "Rock & Roll on, Marie Antoinette"

  4. DowntownDoll

    >Vuoi anche scrivere il blog al mio posto?

  5. Magosilvan

    >Why not? Scrivo bene, sai?

  6. ciarli

    >Bentornata.

    Andrò certamente a vederlo.

    Lost in t. lo sento molto mio e le vergini….cheddire un film splendido, imperdibile.

    Brava sofia, ti seguiamo.

    Ciarli

  7. anonimo

    >Non sò se possa essere il tuo genere ma provo a cosigliarti un film: profumo. Io sono andato a vederlo perchè adoro il libro e non sono rimasto deluso. Trovo che sia un po' pulp X mdf

  8. pervy68

    >Io commento questo anche se è passé perché la sola idea di mettermi un mantello mi fa venire le vertigini e anche perché, se ho visto questo film, un po' è colpa anche tua.

    La prima impressione fu: che film inutile, che vuota sceneggiata, alla regista del personaggio storico evidentemente non interessa nulla (e forse nulla ne sa) e se, per avvenutra, avesse potuto evitare anche solo di parlare della Rivoluzione francese, l'avrebbe fatto senz'altro.

    Pensandoci meglio, però, ho concluso: la regista nulla sa e nulla vuol sapere di storia e politica di quei tempi, però nulla ne sapeva e ne voleva sapere anche Maria Antonietta che pensava solo a bere, magnare e trombare, cosa che nel film è molto ben rappresentata, ergo il film ne fa un ritratto assolutamente fedele e quasi esatto.

    Mai ho capito perché scrittori cattolico-conservatori, politicamente agli antipodi rispetto al sottoscritto ma colti e da me stimati, hanno creato un caso proprio sulla decapitazione di Maria Antonietta; certo non se la meritava (quasi nessuno se la merita) ma proprio per la sua inconsistenza.

    Grazie per la pazienza:)

  9. DowntownDoll

    >Grazie a te per il commento ben riuscito.

    Da parte mia ho trovato piuttosto azzeccata la scelta di evitare gli apporfondimenti storico politici.

    Abbiamo avuto abbastanza film al riguardo, ma soprattutto non dimentichiamo che in fondo Marie Antoinette era nè più nè meno un'adolescente inquieta, nonostante il ruolo che si è trovata ad impersonare nella storia.

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