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DISCOVERYCHANNEL: IL TOY-BOY
Il fatto è che a volte una ( una donna, una ragazza, una nonna) ha proprio bisogno di rilassarsi, mettere il cervello in stand-by e godersi qualcosa o qualcuno senza doverci pensare troppo.
Detto così sembra facile –ovvio– ma se provate a pensarci bene, vi renderete conto che si tratta di un’impresa tutt’altro che scontata.
Prendi una serata di quelle che torni dal lavoro e sei stanca-distrutta, il frigo è talmente deserto che ormai è preda di una crisi esistenziale – della serie: Che senso ha la mia vita?Qual è lo scopo di tutto ciò?- e i dvd della tua collezione ormai li hai già visti tutti almeno 10 volte, in ognuna delle lingue disponibili.
Uscire non se ne parla: nessuna donna sana di mente prende in considerazione l’idea di risalire sui tacchi 10 (che in genere, dopo 12 ore ti hanno lasciato le stigmate che neanche Santa Chiara) senza avere un piano preciso.
E tu un piano non ce l’hai proprio: lo sforzo di formulare un solo altro pensiero potrebbe ucciderti, stasera, di questo sei più che certa.
Provi a chiamare qualche amica, e ti ricordi subito di che cosa vi lega: avete proprio un sacco di aspetti in comune, e la pigrizia è senz’altro tra questi. In genere la telefonata si trasforma nel giro di pochi minuti in una specie di incontro di sumo telefonico, in cui ognuno dei combattenti insiste nel pietoso tentativo di far scollare la controparte dal suo divano per trascinarla nel proprio. Se nessuna delle due cede, alza le chiappe, si infila i tacchi (ma sono ammesse in questi casi disperati sortite in ugg boots o infradito) chiama un taxi e va a collassare sul divano dell’altra, in genere si finisce a chiacchierare per ore facendo lievitare la bolletta telefonica e non risolvendo adeguatamente il problema: che fare stasera?
Scartata a priori l’ipotesi di andare a noleggiare un dvd ancora ignoto (non trovo la tessera, la videoteca è lontana, e poi che film prendo?), quella di riordinare l’armadio (c’è sempre nelle serate sbagliate il momento in cui ti illudi di poter mettere ordine nella tua vita cominciando dal guardaroba) e quella di fondare una nuova religione (certo, un giorno lo farai, ma proprio adesso?) in genere alla donna desolata e devastata da 14 ore a tu per tu con il PC non rimane molto di cui gioire.
Anzi, non rimaneva molto, fino a qualche tempo fa.
Ma adesso le cose sono cambiate. La working-girl non è più una zitella inacidita che sfoga le frustrazioni in ufficio e indossa orribili tailleur con spalle stile giocatore di rugby (chi si ricorda quelli di Melanine Griffith in “ Una donna in carriera”? Mi vengono i brividi solo a ripensarci) e se il lavoro occupa gran parte delle sue giornate, la girl up-to-date fa di necessità virtù e si inventa una soluzione per ogni problema.
Nessun tempo per fare la spesa? No problem! Clicchi il pomodoro, e le provviste te le ritrovi direttamente nel frigorifero (specie se ti sei ricordata di lasciare le chiavi di casa e la mancia alla portinaia), in caso contrario, di solito una perlustrazione del marciapiede davanti all’ingresso permette di recuperare gli acquisti effettuati online.
Vorresti tanto del sushi, ma non riesci a schiodarti dal famoso divano? Nevermind: un colpo di telefono, e un furgoncino refrigerato è pronto a rifornirti di maki, nigiri, zuppa di miso e grappa giapponese (pericoloso).
Sei stanca e affranta e hai bisogno di una serata di coccole ( ovviamente senza nessun contorno di preoccupazion non richieste)? Ringrazi in cuor tuo quella santa donna di Demi Moore e chiami al volo il tuo toy-boy.
Grande invenzione quella dell’uomo giocattolo, che pur avendo origine nella notte dei tempi, è stata solo recentemente sdoganata.
Siamo tutte debitrici alla signora Moore, che ha riabilitato,più che il giovane amante, la signora più grande che a lui si accompagna: se prima la si guardava con sospetto, adesso la si addita con invidia malcelata, come detentrice dell’ultimo inarrivabile status symbol.
Oddio, inarrivabile fino ad un certo punto.
Se è possibile comprare su e-bay l’ultima borsa must-have ancora prima che si renda disponibile nelle boutique del centro, come pensare che una giovane donna ( oltretutto: ancora ben lontana dalla fatidica soglia degli anta) non riesca a procurarsi anche lei l’agognato oggetto del desiderio?
Detto fatto, ho recuperato un toyboy di quelli da manuale.
Junior, così l’ho battezzato, è proprio carino.
Anzi, è davvero bello e lo sa perfettamente. E questa consapevolezza gli regala un’arroganza che per me è una sfida eccitante.
Da subito mi è sembrato insopportabilmente irresitibile. Irresistibilmente insopportabile!
Su questa dicotomia abbiamo costruito tutto un rapporto.
Un rapporto sui generis of course, perché cartteristica peculiare del toyboy è la tenera età, e lui ha a malapena l’età legale per non farmi finire in galera.
Anche lui, come Ashton, abita una lussuosa dimora che fa molto Architectural Digest, ma dato che non siamo ad Hollywood, c’è suo padre al posto di Demi Moore.
Ad ogni modo, credo che lui sia felice di aver trovato una donna che –giusto come passatempo – si premura di ricordargli che nonostante le pose da divo, rimane un comune mortale.
Io, dal canto mio, traggo numerosi vantaggi dalle saltuarie frequentazioni con toy-boy.
Innanzitutto voglio menzionare gli sguardi di cui sono oggetto: non sarà politically correct ma per l’autostima sono meglio di una botta di prozac.
Secondo, in sua compagnia, vengo teletrasportata in una dimensione parallela, in cui c’è ancora tempo per passare una domenica pomeriggio avvoltolati sul divano, o per andare al parco a bere birra e strimpellare la chitarra.
Terzo, ma assolutamente fondamentale, Junior ha la capacità di trascinarmi nel suo universo leggero e patinato, dove
Riuscite ad immaginare qualcosa di più azzeccato, per una serata come questa?