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CRONACA DI UNA SORTE ANNUNCIATA

 

Io, Jack e il Divano: è passata un’oretta e i bicchieri ormai non si contano, in più  anche l’erba fa la sua parte.

Mi sento morire, e come quando si muore per davvero, tutta la mia  vita mi ripassa davanti come un film.

Il bello di Jack è che ascolta, e visto che è un gangster non si lascia commuovere tanto facilmente.

Tutto questo è perfetto per bilanciare lo stato di totale squilibrio emotivo – venato di sano sadomasochismo-  in cui attualmente verso.

Ovviamente la conversazione è a senso unico, è l’argomento su cui verte scontato.

Gli racconto di quando David e io ci siamo conosciuti sui banchi di scuola. Mi dilungo a dismisura su ogni dettaglio stucchevole: posso arrischiarmi, tanto so che Jack è vaccinato, e ne uscirà indenne.

Perciò narro del Primo Bacio – per Primo intendo primo in assoluto- al buio nella cucina inondata di lucciole, durante la festa di fine anno. Il mio racconto ha l’aura mitica dell’età dell’oro.

A buona ragione, in effetti: sto parlando di quell’epoca mitologica in cui ognuno di noi ha vissuto il primo amore.

Ma in questo momento sono troppo egoista per perdermi in vagheggiamenti filosofici: continuo in fastforward e passo a dieci anni dopo. Tanti ne sono passati da quando l’avevo visto l’ultima volta, quando all’ improvviso, mentre lavoro alla mia tesi, una busta lampeggiante sul monitor mi porta un messaggio in bottiglia.

 

“Ciao sono David. Non sono sicuro che sia davvero tua questa casella, ma se hai frequentato la scuola Maria Josè di Savoia, forse ti ricordi di me” .

 

 Al momento non ci faccio tanto caso, ma è solo questione di tempo: organizziamo una rimpatriata che è l’inizio della fine.

<< Passami lo scotch>> bofonchia Jack, che ormai è stato fagocitato dal Divano e sa perfettamente che siamo solo all’inizio, <<mi serve un anestetico>>.

Decido di anestetizzarmi anch’ io, ne ho bisogno per proseguire nel migliore dei modi.

Sta infatti per andare in onda il trailer de La Storia Perfetta, che ovviamente –come tutti i trailer che si rispettino- contiene solo le scene più belle e ti lascia addosso un delizioso senso di suspence. E, naturalmente,  nella maggior parte dei casi è una sòla totale.

Il mio trailer oltretutto è un po’ prolisso, e facciamo in tempo a farci un’altra canna, deleteria, che mi disinibisce quel tanto che basta per far emergere la mia anima melodrammatica,  che fa diventare il mio racconto melenso come un puntata di Beautiful.

…Una damigella che studia nel prestigioso collegio di un’ arisotcratica città, un rampollo di buona famiglia, si conoscono, si perdono e si ritrovano a dieci anni di distanza, dopo essersi scambiati il famoso Primo Bacio. Molto film anni ’50 questa cosa del collegio esclusivo: mi ci vedo con quelle gonne favolose, in pieno New Look. Comunque, anche nel mio film personale – come in quelli anni ’50-  tutto sembra puntare verso il classico finale  “ E vissero tutti felici e contenti…”. Mentre proseguo la narrazione con dovizia di particolari, in preda ai fumi dell’anestesia, già mi vedo come una novella Grace Kelly, compresa ovviamente una costossima Hermés al braccio.

Ma Jack naturalmente detesta le favole, e anche in un momento così ricco di pathos l’unico commento che trova appropriato è:<<Che figata, adesso sei single!>>.

È una fredda doccia di realtà, con una lusinga sottintesa come zuccherino: ne avevo bisogno.

Adoro il mio amico Gangster.

Questo articolo ha 6 commenti

  1. pervy68

    >E prima di essere ritrovata dal tuo compagno di scuola, cosa facevi?

  2. DowntownDoll

    >Prima prima…

    Secoli fa.

    Studiavo e vivevo aspettando di incontrarlo.

  3. pervy68

    >Lo immaginavo (ma non mi aspettavo una risposta così diretta).

    E adesso invece cosa fai?

  4. DowntownDoll

    >Cerco di non farmi male…

  5. pervy68

    >Cerchi di non farti male? Probabilmente non ti basterà. A me comunque non è bastato. Fatti dunque coraggio e preparati alla battaglia: il peggio e il meglio, sicuramente, devono ancora arrivare.

  6. DowntownDoll

    >Magari non basterà, ma non voglio essere così sciocca da commettere errori che potrei evitare.

    Forse pecco di tracotanza (non per niente è il mio peccato preferito), ma sono convinta che siamo noi a sceglierci il nostro destino.

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